Tra le tante parole coniate dal ciclismo, ce n’è una che è entrata nel cuore degli appassionati come un vero e proprio stile di vita. Il Landismo è molto più che una questione di tifo o di schieramenti, è un modo di affrontare le situazioni. È attesa, aspettativa, illusione e disillusione, un’esistenza piena di talento incompreso, a volte anche da sé stessi. Spesso il Landismo è solo arte per lo spettacolo.

Credo che tutto sia cominciato nel 2015” spiega Mikel Landa in persona. “Ero al Giro per aiutare un compagno, non avevo la possibilità di fare granchè, poi ho vinto la tappa ad Aprica per distacco ed è lì che la gente ha iniziato ad identificarsi con me. Ero più vicino a loro di quanto pensassero. Il Landismo è questo: una forma di vedere - o subire - il ciclismo che alle persone normali piace perchè è più simile alla loro quotidianità. È più facile condividere qualcosa con un corridore che passa attraverso molte sfortune e occasioni perse, piuttosto che con un fuoriclasse che vince soltanto.” 

Il rapporto tra Mikel e i suoi fan è proprio come ci si aspetta: autentico e senza filtri, tipico di un campione pragmatico e senza mezzi termini. Lui stesso conferma come sia più facile rapportarsi con le persone sul campo:

Mi considero ancora all’antica e non sono una persona molto social, preferisco i contatti umani. Perciò amo dedicare tempo ai miei sostenitori durante le corse, cerco di parlare con loro quando si avvicinano ad una partenza per esempio, a salutare, a tifare o a chiedere una foto. Mi piace vederli in faccia e non dietro uno schermo, costruire di persona un dialogo con loro.

Mani basse sul manubrio, posizione in attacco: lo slancio del corridore basco è una vera e propria iconografia del ciclismo. Quando Landa prova a scompigliare le carte, qualunque possa essere il risultato, la gente si emoziona profondamente. Non è la ricerca della vittoria in sé, piuttosto l’accensione di quella fiamma che infuoca i cuori.

Per me l’attacco è ribellione” spiega. “Quando scatto ho bisogno di evadere e rompere un ordine prefissato. C’è una situazione di controllo e tu devi infrangerla per cercare la tua opportunità, devi farlo nel modo più veloce per essere il primo a passare su una cima o a tagliare un traguardo. È istinto.” 

Alla vigilia della Vuelta a España 2023, Landa è sempre lo stesso attaccante in cerca di riscatto. Quando gli si chiede il perchè sia così bella questa corsa, lui risponde con poche parole ma infuocate, come nel suo stile:

La Vuelta è una corsa super intensa ed esplosiva, dal primo all’ultimo giorno. Ma è così dura che devi provare soltanto a godertela.

Così i tifosi avranno una nuova occasione per sperare, sognare, aspettare quell’attacco che arriverà quando meno se lo aspettano, tutto d’improvviso o niente, come il ciclismo è abituato a fare.