Per un’azienda che produce calzature altamente tecnologiche, sia per lo sport professionistico che per uso quotidiano, poter contare sul supporto di atleti che giornalmente testano i prodotti e contribuiscono al loro sviluppo, è un valore al quale non si può rinunciare.  E’ un dato di fatto e non una novità.

Nella grande famiglia Sidi Michele Pirro è certamente un pilota di riferimento con un’innata predisposizione alla ricerca del miglioramento nei minimi dettagli. 

Pilota e collaudatore, MIchele ci racconta, in una breve intervista condotta in occasione della sua visita di ieri 13 aprile - presso i nostri uffici di Maser - cosa significa avere un duplice ruolo. 

Pilota e collaudatore, quali le differenze fondamentali tra i due ruoli? 

Esistono due differenze fondamentali: il pilota deve essere “focalizzato” a dare il massimo e ad esprimere tutto il potenziale necessario per andare forte durante i weekend di gara. Fondamentalmente è interamente concentrato su se stesso. 

Il collaudatore invece è impegnato per circa 7-8 ore al giorno, deve avere una visione a 360 gradi e avere ben chiare anche le esigenze degli altri fruitori del prodotto.

Negli anni ho imparato a distinguere e gestire questi due obiettivi. 

Fare il collaudatore significa stare attento ai dettagli per poter migliorare continuamente una moto. È importante avere un gran feeling e sensibilità nel tuo lavoro?

Posso confermare che gli anni di esperienza sono fondamentali. Io ho avuto la fortuna di iniziare a fare questo mestiere da giovane e questo mi ha consentito di essere uno dei migliori in questo ruolo. Ducati mi ha aiutato a crescere, iniziare da giovanissimo ha significato non avere pregiudizi e potersi migliorare gradualmente. Sono cresciuto assieme a loro e forse in un’azienda dove la moto è già perfetta non avrei potuto crescere così tanto.

Ti senti più pilota o collaudatore? 

Ah questa domanda è troppo scontata (ride). Mi sento un pilota e lavoro tutto l’anno per essere un pilota. Il fatto di essere un collaudatore e migliorare le moto, è comunque competizione perché si cerca di migliorare per vincere. Il mio obiettivo è fare le gare e migliorare per ottenere sempre i massimi risultati. 

La gara che ricordi con più entusiasmo? Il circuito che ti piace di più? 

Ci sono molti circuiti che mi piacciono, Mugello e Misano in Italia, mentre all’estero l’Australia e Laguna Seca. Solitamente ad un pilota piacciono le piste in cui si dà il meglio. 

Quali aspetto preferisci degli stivali Rex? Cosa non cambieresti assolutamente?

Così come con Ducati, con cui ho sviluppato una moto competitiva, con Sidi ho vissuto un processo di evoluzione. Rex è frutto del lavoro fatto in questi anni e del know how dei piloti coinvolti nella ricerca del miglior equilibrio tra comfort e sicurezza. Se è vero che si deve tenere in considerazione il comfort è altrettanto vero che non si può assolutamente trascurare la sicurezza. Devo dire che in questo Sidi ha sempre prestato molta attenzione al tema ben sapendo che eventuali infortuni fanno parte del mestiere di un pilota, ma se il pilota ha alle spalle un’azienda che sa come limitare i danni derivanti dalle cadute è sicuramente un aspetto molto importante. Per me Rex è tutto questo, comodo, sicuro e affidabile. 

Come concilierai il tuo lavoro con l’arrivo della tua bimba? 

E’ una novità bellissima, è un momento della vita per cui non si è mai pronti quindi non so ancora se riuscirò a fare tutto ma so che mi organizzerò perchè voglio continuare a correre ad alto livello, e voglio fare bene nel mio lavoro. L’arrivo di una figlia è certamente uno stimolo in più. Accanto ho una persona che mi supporta e so che mi aiuterà quindi proseguo con quello che ho costruito. So anche di avere l’appoggio dei miei sponsor, che di fatto per me sono come una famiglia, ed è un ulteriore punto di forza. Sidi fa parte delle aziende in cui mi sento a casa e che ringrazio per avermi aiutato a realizzare tutto questo.