Per Gino
Issoire

Non è facile prendere la fuga giusta al Tour de France, è questione di prontezza o di fortuna, forse di entrambi. Pello Bilbao è alla ricerca della vittoria fin dall'inizio, fin dalla grande partenza nella sua città ma questa volta il coraggio e la resistenza non tradiscono. I ripetuti attacchi non lo indeboliscono, l'ultima forza nelle gambe per lo sprint gli arriva da dentro. Quando alza le braccia al cielo pensa al suo compagno Gino Maeder, scomparso appena un mese fa, la vittoria è per lui.  

La presa della Bastiglia
Le Grand Colombier 

Dall'alto, questo posto sembra una cartolina, un serpente a forma di infinito che avvolge la montagna in uno scenario da Game of Thrones. Le Grand Colombier è un luogo simbolo del Tour de France, uno di quelli a cui si pensa quando si evoca l'immensità di questa corsa, nella storia e nelle imprese. Qui Kwiatkowski torna nella sua grandezza di scalatore, con la classe pura di chi è stato campione del mondo e sa come vincere con elegante facilità. Nel "le jour de gloire" francese, la Rivoluzione rivive con un attacco che infiamma le gambe e il cuore.

Sfida sulle Alpi
Morzine Les Portes du Soleil 

Teatro di azioni indimenticabili, le Alpi chiamano i corridori come Annibale. Lo scontro tra i più forti è inevitabile, scattano senza quasi guardarsi negli occhi, cercando la scena principale in un'opera da tre atti durissimi che mostrano forze e debolezze dei loro attori, in uno spettacolo senza pari. 

Senza respiro
Mont-Blanc  

Una tappa durissima, dove la bellezza dello scenario delle Alpi si mescola al ciclismo come solo questo sport sa fare. Tra le pendenze a cielo aperto e i tratti che salgono tra l'ombra dei boschi di pini, la sofferenza qui è una cosa tangibile, quasi nessuno scatto riesce a fare la differenza dove i corridori arrancano tra due ali di folla. Il sole abbacinante, i colori vivi della vegetazione sulle cime raccontano di luoghi incantati dove il Tour de France vive le sue pagine più colorate e intense.  

Come affrontare le tappe alpine del TDF: i consigli di Sonny Colbrelli

Consigli tecnici
Le salite del Tour De France non hanno pendenze particolarmente impervie ma sono lunghe. E’ utile riprendere fiato mentre la pendenza diventa meno feroce per poi riprendere la scalata.  Nei tratti a doppia cifra è invece necessario spingere sui pedali perché la velocità non è alta.

Ricordo di aver affrontato anche io la tappa del Mont-Blanc, la salita parte subito con belle pendenze e, dopo quattro chilometri, la strada comincia a scendere. Li è necessario rifiatare per riuscire ad arrivare in cima perché non c’è un attimo di respiro.

I rapporti da usare in questi casi sono 52-36/39 mentre il rapporto dietro dall’11 al 32. E’ molto importante pedalare agili perché affrontare questo tipo di salite con un rapporto duro può causare crampi o eccessiva stanchezza che impedisce di raggiungere la vetta. Bisogna godersi il panorama e cercare di non soffrire. 

Idratazione e nutrizione
L’idratazione è davvero cruciale, è sempre bene fermarsi il più possibile alle fontane lungo il percorso per ricaricarsi di acqua fresca. Non bisogna poi dimenticarsi di prendere gel e zuccheri per non cadere nelle crisi di fame.

Vestiti ed accessori
Con climi come questi, bisogna senza dubbio vestirsi molto leggeri ma portare una mantellina e un paio di gambali per le discese. La salita potrebbe iniziare con 30 gradi ma, raggiungendo la vetta, si può arrivare anche a 11-12 gradi. Una cosa da tenere sempre in tasca? Lo scaldacollo, ti salva. 

Meteo
Un altra cosa molto importante è avere luci su bici e casco perché spesso in montagna il cambio di tempo è repentino diventa importante essere ben visibili.