Ho sempre subìto il fascino dell'avventura in moto ma inizialmente non riuscivo a coglierlo. Da ragazzino ero troppo distratto dalle uscite con gli amici e le compagnie del momento per concentrarmi sui miei sogni. Però il momento preciso in cui la moto si è impossessata di me lo ricordo molto bene! 

Un giovedì pomeriggio un conoscente mi chiese se il giorno dopo volessi andare a vedere una fiera di moto insieme. L'idea mi piaceva, anche perchè sarebbe stata una buona occasione per conoscere meglio un amico ed uscire un po' dalla routine. La mattina seguente, dopo una vera odissea tra ritardi e coincidenze di autobus poco probabili, ci ritrovammo all’ingresso della fiera. Probabilmente era la prima volta in cui andavo ad un evento da solo o senza la scuola. Ricordo un'incredibile massa di gente negli stand dell'Harley Davidson, con i loro capelli lunghi e le birre in mano... e ricordo anche gli stand delle moto sportive con i loro colori, le linee aggressive e quelle bestie di motori nascosti dalle catene. Era fatta! Ero stato colpito anche io dalla "mania per la moto" e infatti, la notte stessa, sognai di correre su una sfavillante motocicletta gialla. Poco dopo, comprai la mia prima moto usata (di quarta mano) e da quel momento in poi, non so come, tutti i miei interessi e risparmi furono dedicati alle due ruote. 

Per qualche anno rimasi ancorato alle moto sportive, fino a quando un incidente motociclistico cambiò per sempre la mia vita. Dopo aver passato molto tempo in un letto di ospedale e aver perso la gamba sinistra, riconobbi che nonostante tutto, la passione mi avrebbe salvato la vita: mi stava dando lo stimolo necessario a ricostruirne una nuova. Perché proprio questo? Perchè il viaggio in moto ti mette in contatto col mondo e ti dà un forte senso di libertà. La strada, il caldo, il freddo, la pioggia... li senti addosso, ti entrano dentro e creano un'esperienza che definirei sincera. E quando sei immerso nel baratro le cose autentiche sono le uniche che contano. 

E' stato allora che finalmente ho capito quanto quella parte avventuriera dentro di me stava iniziando a crescere. Per me non era più così importante la cilindrata o l'aspetto estetico del mezzo, era il momento di provare anche il moto-turismo e il fuoristrada. Negli ultimi due anni a seguito dell'amputazione, mi sono sempre più nutrito di avventure: dai viaggi più brevi, passando per quelli per raggiungere Capo Nord, la Tunisia, le Filippine, fino al viaggio solidale di questo assurdo 2020. Sto scrivendo queste brevi righe proprio alla fine di quest' ultima avventura in Africa, fatta per aiutare le persone amputate di quei paesi a tornare a camminare di nuovo. 

Mi sono davvero reso conto di essere nato nel "lato giusto del mondo" e questo ha stravolto le mie priorità. Ora so che la moto può dare molto di più di quello che sembra e che, se usata per veicolare i giusti messaggi, può rivelarsi un incredibile simbolo di solidarietà e speranza per il futuro.