Ricordo, come se fosse ieri, quando in braccio a mio papà sfogliavo l'atlante geografico riempiendolo di domande su ogni posto in cui poggiavo il dito, all'epoca non avevo idea delle distanze geografiche, viaggiavo con il mio ditino su quell'atlante tra un continente e l'altro guardando e leggendo con estrema attenzione ogni posto che toccavo, andai avanti così per anni tutte le sere.

Crescendo la voglia di avventura non si placava, ricordo bene il mio primo traguardo

da "esploratore". Sono nato a Palermo, splendida città costiera dominata dal Monte Pellegrino, un rilievo montuoso di soli 606 metri sul livello del mare. Avevo circa 11 anni quando a bordo della mia bici, una Pininfarina verde ottenuta grazie alla raccolta punti dei distributori di carburante, decisi di scalarlo per scoprire cosa ci fosse in vetta, avevo una gran paura, quella montagna era come l'Everest per me.

Un giorno insieme al mio migliore amico affrontai la sfida, riuscii ad arrivare in vetta con non poche difficoltà in sella alla mia bici malandata con la classica lattina vuota piegata ad hoc, e incastrata tra il telaio e la ruota posteriore, di modo che ruotando producesse un rumore molto simile a quello di una moto di piccola cilindrata. Mi sentivo un piccolo Valentino Rossi in versione ‘avventura’.

Una volta arrivato in cima ricordo che provai una grandissima emozione, mi sentii speciale, ero uscito dalla mia comfort-zone, ero il re del mondo e nulla poteva toccarmi. 

Quell'emozione mi è rimasta dentro, la porto ancora oggi con me con la stessa voglia d'avventura che mi spinse all'epoca fin lassù, che mi porta oggi in giro il mondo.

Nel 2015 ho preso la patente A, la sognavo da tanto tempo, quando sono salito in sella per la prima volta ho subito capito che non avrei mai più mollato le due ruote. Ho vissuto grandi emozioni con le mie amate moto, in primis in Islanda, scalando vulcani e solcando ghiacciai, ho guadato fiumi e attraversato distese desertiche, respirato sabbia e sofferto il freddo toccando con mano il Mar di Groenlandia. Non sono mancati gli imprevisti e le cadute però mi sono sempre rialzato con un sorriso stampato in viso, senza mai perdere quella voglia d'avventura.

La moto per me è felicità, è un mezzo che mi permette di tornare a quando avevo 11 anni. Ogni volta è sempre un'emozione nuova, una nuova scoperta, una nuova avventura, un nuovo io. Girare il mondo su due ruote è la cura per tutti i mali.