Il sogno di una bicicletta rossa, la prima gara e il primo scontro. Elisa Balsamo e il ricordo di come un gioco si è trasformato in qualcosa di fondamentale per l’esistenza. 

I miei genitori sono sempre stati appassionati di ciclismo e spesso mi portavano con loro quando andavano al negozio di un amico per far controllare e sistemare le loro biciclette.

Un giorno mi innamorai di una bellissima biciclettina con il telaio rosso appesa alla parete e chiesi di poterla provare. Il proprietario mi fece salire e ci accorgemmo che era troppo grande per me. Tornai a casa così triste e delusa che i miei genitori mi promisero che avrei potuto prenderla il giorno in cui sarei arrivata ai pedali.

Così tutte le volte che tornavo in quel negozio chiedevo al proprietario di sganciare quella bicicletta appesa sulla parete per vedere se fossi riuscita ad appoggiare i miei piedi sui pedali. Ci volle diverso tempo e molta pazienza prima che potessi finalmente tornare a casa con LEI e quel giorno mi sono sentita la bambina più felice e fortunata del mondo. L’avevo desiderata così tanto che ora non mi sembrava vero di poterla avere tutta per me.

Dopo averla provata un paio di volte feci la mia prima piccola gara e mi scontrai con un altro bambino perché entrambi non riuscivamo ancora a guidare bene e soprattutto ad arrivare ai freni. 

Il mio rapporto con il ciclismo è iniziato proprio così. Ancora non sapevo quanto quel semplice gioco sarebbe stato importante nella mia vita.