LA NOSTRA STORIA

Sidi Sport: company profile

Sidi Sport SRL nasce a Maser dall’intraprendenza e dalle rivoluzionarie idee del suo fondatore Dino Signori che nel 1960 apre il primo laboratorio artigianale presso la sua abitazione. Da solo produce i primi modelli di scarpe, mettendo in pratica l’esperienza accumulata negli anni come operaio dipendente presso l’azienda di scarpe Gallina.

Votata sin da subito al settore sportivo, Sidi comincia la sua avventura con la realizzazione di scarponcini da montagna e scarponi da sci, per poi diversificare la produzione con scarpe da ciclismo e stivali da moto. In seguito ai successi riscontrati negli anni e alla vendita dei prodotti su scala mondiale, viene aperta una nuova sede di produzione in Romania mentre nel 2020 viene inaugurato un e-commerce per la vendita diretta al consumatore finale. 

Dino, ciclista dilettante fino al 1955, vinse svariate competizioni e fu proprio la sua carriera da ciclista a permettergli di sviluppare idee innovative per la creazione di prodotti tecnologici e all’avanguardia.  

Nel 1963 viene costruito un nuovo capannone di circa 400 metri quadri, che offre lavoro a otto dipendenti. Il laboratorio si trasferisce, la struttura produttiva non subisce modifiche sostanziali, data la flessibilità delle attrezzature utilizzate, mentre la capacità produttiva aumenta e tutte le fasi di realizzazione delle calzature si internalizzano. 

Dino Signori attraversa l’Italia sulla sua leggendaria Vespa per far conoscere i suoi prodotti, da Bergamo e Bolzano, fino a Cortina e Dobbiaco, le calzature si fanno conoscere al grande pubblico e inizia il momento delle sponsorizzazioni di atleti professionisti, primi fra tutti Giacomo Agostini e Joel Robert. 

La produzione degli scarponi da sci nel frattempo diventa troppo costosa, Sidi abbandona il progetto e concentra tutte le energie nella fabbricazione di scarpe da ciclismo, subito ben accolte dal mercato e, visto l’andamento positivo del settore motociclistico, l’azienda prosegue con la produzione dei due prodotti che diventano il core competence aziendale. 

Nel 1985 l’avvento della Mountain Bike offre nuove occasioni per rafforzare la leadership nella produzione delle scarpe da bici. Ai prodotti da strada viene affiancata una linea dedicata alla nuova disciplina e contestualmente si definisce la linea produttiva che ancora oggi caratterizza Sidi Sport.

Nel 2005 viene costruito un nuovo stabilimento, attuale sede dell’azienda che, dal centro del paese di Maser, si trasferisce nella zona industriale, unendo la produzione agli uffici commerciali ed amministrativi, coinvolgendo così un totale di oltre 280 dipendenti rispetto agli otto iniziali. 

Sidi Sport: i brevetti

Il brand ha scritto la storia dello sport anche grazie a molti brevetti e tecnologie sviluppate internamente. Dino Signori è stato infatti l’inventore della tacchetta “semiregolabile” che ha permesso a tutti i ciclisti di oggi di personalizzare, tramite regolazione, la propria posizione in bici; ha adattato il velcro alle scarpe da ciclismo, ed ha inventato la chiusura attraverso rotore.

Nel 1973, Dino progetta e costruisce Titanium, la prima calzatura da ciclismo che rivoluziona il sistema di aggancio della tacchetta alla suola della scarpa. Il sistema offre la possibilità di trovare la giusta posizione sui pedali attraverso due viti regolabili e sostituendo per sempre i chiodi fissi. 

Nel 1966 nasce il modello Marielle Voucher e il primo brevetto. Si tratta di un innovativo sistema di chiusura degli scarponi da sci, con calzata posteriore, affidato ad una vite. 

Nel 1988, dopo ventidue anni, Sidi Sport brevetta un altro metodo di chiusura, il Micro Lock. Questa volta è applicato al ciclismo e consiste in un cavo di nylon regolato da una leva a rotore. Con il passare degli anni, la leva viene continuamente perfezionata diventando disponibile sul mercato in diverse applicazioni, da rotore con apertura a leva prima e rotore dopo, poi perfezionato con l’inserimento di un bottone per l’apertura a scatto, il Tecno System. Oggi il Tecno-3 System è ora alla quarta versione ed è applicato ai prodotti top di gamma della collezione come Shot 2 e Wire 2.

Nel 1981 viene sostituito il materiale della tomaia, resa più solida con l’utilizzo della Lorica e della rete in nylon - prima di utilizzare questi due materiali, le scarpe erano realizzate in vera pelle. Per la prima volta nel mondo delle scarpe da ciclismo, i lacci vengono sostituiti dal velcro e i classici colori vengono cambiati con tinte più vivaci, senza dimenticare il perfezionamento della suola con componenti in nylon.

Nel 1985 viene prodotta la prima scarpa da MTB e Ciclocross con suola in gomma e tacchetta in alluminio per garantire il corretto grip nei tratti fangosi. 

Contestualmente vengono apportate varie migliorie ai prodotti da bici e moto. Nella suola viene aggiunto carbonio al nylon, i materiali seguono le necessità dei clienti e i colori si modernizzano, fino a ottenere un prodotto innovativo sempre più accattivante a livello estetico. 

Nel 2012 viene introdotto un nuovo modello top di gamma, la Wire, con suola in carbonio per una maggior leggerezza, dotata di un sistema di chiusura laterale e centrale mediante rotore e pulsante, in grado di facilitare l’apertura in corsa e adattare la calzata.

Il tallone diventa personalizzabile tramite una forcella posta nella parte alta della tomaia, in cui due viti stringono o allentano la presa, due catarifrangenti invece agevolano gli allenamenti al crepuscolo avvertendo gli automobilisti della presenza del ciclista sulla strada. 

L’ultima innovazione di casa Sidi riguarda nuovamente il sistema di chiusura, nasce Double tecno-3 push System. La sua posizione centrale permette la chiusura simmetrica del nuovo modello di scarpa top di gamma in un colpo solo, da qui il termine “Shot”. 

Per quanto riguarda le palette dei colori, nel 2018 sono state introdotte le nuove tonalità "matt line” mentre nel 2020 stile e gamma dell’azienda si rivoluzionano nuovamente per virare su colori lucidi e basati sulla semplicità visiva e cromatica, in linea con un minimalismo classico ma allo stesso tempo avanguardistico.